Il volto accigliato e severo del dio delle profondità marine sembra svanire non appena chi guarda si muove ad osservare la scultura, e lascia il posto a forme che evocano flutti, alghe o la prua di una nave.
Si vede un volto, ma il modellato, materialmente, non è quello di una testa. Si crea così una sorta di scarto tra l’immagine e la forma materiale che la genera.

La scelta della terra cotta va nel senso dell’immediatezza del modellato e, nelle forme che assume, va anche nel senso del magma informe – Poseidon, la parte ctonia di Zeus – che emerge dalle profondità marine. La superficie rugosa  e granulosa della terra refrattaria, oltre ad evocare qualità di materie naturali, costituisce un elemento formale che entra in relazione con l’aspetto rugoso e poroso della pietra della scultura presa come modello, aspetto messo in evidenza dalla sgranatura dell’immagine fotografica alla quale ci si è riferiti.